Ogni volta che diamo credito alle parole giudicanti degli altri, tradiamo noi stessi .
Spesso i fatti della vita o, le idee di persone che ci sono accanto, influenzano il nostro vivere più di quanto possiamo immaginare.
Una madre che ha un pessimo rapporto con il proprio marito e diventa vittima di tale situazione, si convince che l’amore è sofferenza e può trasmettere questa idea al figlio e, anzi, metterlo in guardia dal nobile sentimento fino a condizionarne estremamente la vita. Ma quella è stata l’esperienza della madre e quel figlio ha il diritto e l’onore di intraprendere la propria storia, di giocare il proprio gioco, di sviluppare la propria purezza e vivere l’ esistenza che gli spetta.
Possiamo affermare decisi, spesso anche imporre, la considerazione di non credere a Dio o all’ Energia Universale o ancor peggio in noi stessi, tuttavia crediamo a molte altre realtà come una squadra di calcio, un ideologia politica, il successo circa una specifica dieta alimentare o alla linea manageriale del nostro capo e, fatto ancor più sorprendente, crediamo ai giudizi di un genitore, di un amico, di una persona che esprime la propria idea svilente su di noi o meglio su un nostro comportamento e modo di essere. Quando le accettiamo come vere, e cambiamo per favorire la loro opinione sostituiamo la padronanza su di noi con la loro.
Possiamo ricevere un consiglio, una critica costruttiva e abbiamo la libertà di confrontare in modo maturo e intelligente la diversità per ottenere un miglioramento consapevole e consono alla nostra condotta, ma non dobbiamo annullare le nostre ragioni per accontentare o assecondare l’altro.
Soprattutto di fronte ad una critica offensiva ci comportiamo erroneamente quando ci lasciamo colpire rendendoci insicuri e tristi. Ogni cellula del nostro corpo si identifica con la frase, le nostre onde vibrazionali si modificano rendendoci attaccabili e distanziandoci dal nostro centro di autostima.
L’opinione altrui si costruisce seguendo i criteri dello schema di ragionamento specifico della persona che non siamo noi, quindi lontana dalle nostre scelte e modalità comportamentali.
E’ possibile che sin da piccoli il nostro desiderio, e spesso addirittura, il bisogno di essere visti, riconosciuti, amati dai genitori o dalle figure di riferimento ci abbia spinto a non dare ascolto alla nostra volontà, ai pensieri che facciamo, alla nostra innocenza e alle nostre sensazioni, ma a sostituirle con quelle degli altri.
Agendo cosi ci troviamo sempre più spesso in balia delle interpretazioni e dei giudizi altrui e ci allontaniamo molto dal centro, dal sentire che ci appartiene ed è unico e prettamente nostro e il più vero e autentico.
Il sé interiore costituito dalle memorie, dalla parte conscia e inconscia, dai desideri è preparato per indicarci la via da seguire per portarci ad un allineamento rispetto a chi siamo noi, e alla vita che riteniamo adatta a noi.
Nel riconoscere noi stessi esprimiamo la nostra unicità e meravigliosa autenticità rispetto a qualunque altro e concentriamo l’attenzione e l’energia sulle potenzialità e capacità. Lavoriamo per svilupparle e risulterà magicamente facile, in quanto corrispondenti a ciò che siamo chiamati a essere in questa vita, senza diventare schiavi del volere di qualcun altro, sia esso una persona cara che vuole a suo modo proteggerci, o una società che aspira ad uniformarci per poi guidarci a sua convenienza.
Le religioni per centinaia di anni si sono sostituite alla libertà del popolo, hanno indotto dogmi e delimitato confine di ciò che secondo la volontà del Signore sarebbe dovuto essere giusto o sbagliato, peccato o assoluzione, concesso o punito e questo ha creato grosse limitazioni nell’evoluzione sociale ed etica dell’essere umano.
In questi tempi dove vige una certa libertà, per lo più illusoria,tuttavia siamo almeno invitati a dare libera apertura al nostro io, alla nostra intuizione e alla nobile, quanto divina , esperienza della nostra essenza.
Confidiamo in ciò che siamo e che possiamo diventare, ovvero la migliore versione di noi stessi, anche se sembra andare contro le aspettative degli altri o dei concetti che la società ha idealizzato come bene o male.
“Dov’è il tuo tesoro, lì è il tuo cuore” Matteo 6.21, solo il nostro cuore sa la strada, sa chi siamo e sa che siamo perfettamente, immensamente, totalmente da amare.
Dentro di noi c’è tutto e non abbiamo bisogno di credere a convinzioni errate, dettate da altro al di fuori di noi stessi, che negli anni si sono sedimentate dentro la nostra coscienza.
Regaliamo fiducia, coraggio e amore a quell’Anima che è in noi e ci guida sul cammino !
Elena Santi
Categories:Notizie
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